Canossa. Un castello tra fortilizio e cenobio

Convegno di Studi
Segno Simbolo Storia

Relazione di Franca Manenti Valli

Canossa
6-7 giugno 2015

Canossa. Un castello tra fortilizio e cenobio

La rupe di Canossa, è noto, accoglieva non solo il castello, ma anche il monastero e la chiesa di Sant’Apollonio. Unico habitat, nel sistema canossano dell’Appennino, con funzioni eterogenee e presenze diverse che rendevano estremamente complessi i movimenti logistici.
Gli scarsi reperti giunti fino a noi, le frane del rilievo arenaceo, il degrado dei manufatti, i crolli dovuti all’azione dell’uomo pongono notevoli problemi per una proposta restituiva della connotazione iniziale. Resta il desiderio, almeno nell’immaginario, di interpretare lo scenario architettonico dell’evento del 1077.
La domanda sotto il profilo archeologico “com’era Canossa?” riscontra l’altrettanto pressante interrogativo sotto il profilo storico “perché a Canossa?”. La sicurezza della struttura fortificata nello scacchiere difensivo, l’ospitalità offerta da Matilde, la presenza di un collegio di 12 monaci benedettini sono certamente i presupposti della scelta del luogo.
Il saggio si propone di trattare il tema della compresenza, dell’interazione e, al tempo stesso, della selezione di opere diverse cui Atto aveva dato avvio: la torre maestra certamente a settentrione e, sul lato opposto, a una quota inferiore la chiesa di Sant’Apollonio. Della torre oggi non vi è traccia, ma risulta documentata dai versi del Donizone quando indicano Atto scendere turris de summo; alla chiesa lo stesso Atto aveva dato alto significato aggiungendo gli organi cum quibus in sanctis inbilaterent vocibus altis.
L’insediamento si era andato via via evolvendo fino a giungere, con Matilde, alla massima espressione architettonica.